All’Hotel Indigo a Milano straordinario successo per il Beauty Lunch Rhea starring Fabio Mancini, indossatore top icona di Giorgio Armani. Accolti dal gentilissimo direttore Stafano Risolé e dal re dei PR Massimo Leonardelli,i convenuti hanno potuto provare i cosmetici Rhea . Un percorso unico nel nome della salute e della bellezza.
«Quel che ci identifica da sempre è la stranezza, la diversità» . Questo, signori, si chiama coraggio. E determinazione. E desiderio di pensare e agire fuori dal coro. Questo, signori, è Rhea Cosmetics nelle parole di Gianmarco Alfonso, creatore del brand assieme alla sorella Sara (entrambi nella foto). «C’è anche la mamma», tengono a sottolineare. «Anche lei ci dà una mano, anche perché da quando è partito, il progetto Rhea ci è letteralmente esploso in mano».
Un passo indietro: Rhea Cosmetics esiste, concretamente, da 3 anni, «ma ne ha richiesti 5 di progettazione e sperimentazione», spiega Sara. Nel passato dei fratelli Alfonso, la bellezza è un dato acquisito, una presenza fissa: «veniamo da una famiglia di distributori di marchi beauty perlopiù francesi, quindi conosciamo alla perfezione la bellezza tradizionale». L’idea di innovare nasce proprio da lì, sottolineano, «da un’attenta osservazione delle dinamiche che per anni hanno regolato il mondo della cosmetica.
Ci siamo accorti che ambiti come la moda o il turismo stanno virando verso la sartorialità, la personalizzazione del prodotto o del servizio. Con Rhea Cosmetics abbiamo adattato il concetto di tailor-made alla bellezza».
I fratelli Gianmarco e Sara Alfonso con la madre, Franca ZironiCirca 200 referenze le referenze in gamma, tutte vegan-friendly, tra creme, detergenti, polveri, lozioni, maschere, balsami, gel, impacchi, argille, oli, scrub e protezioni solari. Ma il numero sale esponenzialmente se consideriamo il “modello” Rhea: «prevede che ognuno crei il proprio cosmetico un istante prima di applicarlo, semplicemente miscelando la crema base a quella che abbiamo chiamato B-Dose», spiega Sara Alfonso. «Il concetto si applica a tutti i prodotti viso: si parte da una soluzione di partenza – poniamo il caso di una crema equilibrante – e le si aggiungono poche gocce del booster di cui, in quel momento, la pelle ha bisogno, scegliendo tra le 11 varianti di B-Dose in listino: idratante o purificante, nutriente o lenitivo, anti-età o illuminante…».
La scelta è semplificata da quello che gli Alfonso hanno battezzato Skincoding: «consente una veloce autodiagnosi da effettuare online, o nei centri autorizzati Rhea, dove le nostre Dermotecnologheeseguono un’analisi della pelle per poi creare una beauty routine specifica» Tra gli elementi presi in esame rientrano il fototipo, la morfologia, una mappatura degli inestetismi di viso e corpo (la presenza di pori dilatati, rughe, rossori, cellulite, smagliature…), la valutazione delle aree più delicate (contorno di occhi e labbra, seno, collo) l’indice di massa corporea, la misurazione del diametro di determinate aree del corpo.
Risultati alla mano, identificare le necessità della pelle diventa un gioco da ragazzi, come pure comporre il proprio cosmetico e, subito dopo, applicarlo. L’immediatezza, d’altro canto, è necessaria: «la quantità di principi attivi che una crema può contenere è inalterabile: non può superare un certo limite. Metterne di più provocherebbe la rottura dell’emulsione», spiega Sara. «Con Rhea Cosmetics siamo andati oltre e abbiamo creato un’emulsione estemporanea dalla funzionalità estrema, che tuttavia è destinata a “rompersi”, quindi da applicare in brevissimo tempo».
L’unicità dell’individuo è il concetto cardine attorno cui ha preso vita Rhea Cosmetics. Ma non è il solo: «abbiamo lavorato per ampliare il concetto di esperienzialità cosmetica», puntualizza Gianmarco. «Stendere una crema sul viso è un atto quotidiano che ripetiamo un numero esorbitante di volte, fino a trasformarlo in un automatismo. Rhea invita a una gestualità del tutto insolita: ha inizio con la creazione del proprio blend, prosegue con la sorpresa di una texture che muta quando le formule entrano in contatto, raggiunge l’apice nel momento in cui inspiriamo la fragranza del cosmetico, creata ad arte affinché stimoli la produzione di endorfine euforizzanti».
In Rhea Cosmetics convivono scienza ed emozione: all’uso di materie prime di derivazione vegetale sono affiancati peptidi biomimetici, attivi coniati alla farmacopea, complessi protettivi del DNA, eccipienti in grado di adattarsi ai ritmi circadiani della pelle. «Il risultato», commenta Sara Alfonso, «sono ricette ultra performanti, autentici concentrati di ingredienti attivi in grado di adattarsi alla mutabilità della pelle, diversa ogni stagione, ogni giorno, persino di ora in ora».
Quartier generale, ricerca & sviluppo e produzione si trovano a Bologna: «da qui esportiamo in 10 Paesi», commenta Gianmarco. «Un’enormità, se consideriamo che siamo nati pochi anni fa e, inizialmente, impreparati ad affrontare il mercato estero». Ma la richiesta è forte: «piacciamo a donne e uomini, a giovani e non. Merito soprattutto del binomio Crema e B-Dose, sicuramente la referenza meglio accolta e che ci identifica maggiormente», dice Sara, che ne approfitta per puntualizzare l’altissima percentuale di quote rosa presenti in azienda: «siamo decisamente a favore del woman-power», ironizza. Gianmarco conferma e non sembra subire il fatto di rappresentare una “minoranza”. «Le discussioni non mancano, ma alla fine si arriva sempre a un compromesso», confessa. E racconta di quanto lontani si sono spinti per identificare i packaging che garantissero la conservazione delle formule ed evitassero la loro contaminazione da parte di ossigeno e micro-organismi. «Fino a Hong Kong e in Corea», svela, «dove sono avanti anni luce in termini di packaging e innovazione».