La digital art di Alex Valentina (@alexvxvxvxvx) è una sapiente miscela di flora in toni metallici e aforismi liquidi costellati da animali fantastici. Dopo anni a Londra e in Norvegia, l’artista che ha ideato il poster della nostra digital beauty week e ridisegnato i segni dell’oroscopo di Vogue Italia si è trasferito a Milano, dove ora vive e lavora, continuando a costruire il suo personalissimo universo, un’opera scintillante dopo l’altra.
Ci racconti un po’ di te?
Nasco tra le colline di Forlì. Mi è sempre piaciuto muovermi, infatti mi sono laureato ad Urbino in grafica editoriale e poi mi sono trasferito in Norvegia dove ho vissuto e studiato per 3 anni. Ho passato molti anni anche a Londra per portare avanti il mio progetto musicale. Al momento vivo a Milano.
Come hai deciso di diventare un artista e come hai sviluppato la tua estetica?
In realtà non ho mai deciso davvero di diventare un artista. Il mio percorso non è mai stato lineare, con obiettivi prefissati, ho sempre cercato di far bene le cose che mi piacevano senza distrarmi troppo. Più che il fine per me è importante come stai mentre fai una cosa, quindi spesso mi sono ritrovato più che altro a chiedermi se quello che stavo facendo mi rendeva sereno davvero, e già questo mi bastava come bussola. Ho studiato graphic design ma ho sempre sfogato la mia creatività principalmente nella musica, solo negli ultimi anni ho deciso di concentrarla nel mondo grafico e visivo. Probabilmente la mia estetica nasce dal mix delle esperienze che ho accumulato nel mio percorso, sicuramente più dalla vita che dall’arte di per sé.
La prima opera d’arte che ti ha colpito, che ti è rimasta in mente?
Difficile. Sono indeciso tra una cascata sui monti vicino casa e il primo disco dei Gorillaz (e tutta la comunicazione legata al disco).
Dove trovi ispirazione?
Principalmente dalle cose che mi circondano, da come mi sento al riguardo più che dall’oggettività di quello che vedo. Trovo ispirazione dalle persone che stimo, dai fiori che compro al mercato, dai boschi, dai fiumi, dai documentari e dalle newsletter che seguo per aggiornami sulle cose che succedono anche al di fuori di me.
Se dovessi fare un moodboard della tua estetica chi ci sarebbe?
Ram Han, Jiayi LI, Elizaveta Porodina, Monet, Tyler The Creator, Maisie Cousins, Sega Bodega, Kim Hiorthøy.
Artisti digitali non abbastanza conosciuti che vorresti segnalare?
Inès Maestre @inesmaestre_
Sara Dibiza @saradibiza
Grégoire Bécot @labeks
Il progetto più interessante a cui hai lavorato?
Ogni progetto ha caratteristiche e dinamiche diverse, che generano un flusso lavorativo e creativo ogni volta nuovo e questo è quello che forse reputo più interessante del mio lavoro. Ad esempio qualche mese fa mi ha contattato il New York Times per realizzare un artwork, un progetto che certamente non potevo rifiutare. Ma era venerdì sera, la consegna sarebbe stata il lunedì successivo e io quel weekend ero ad un matrimonio a Roma, teoricamente “off”. Ho iniziato sketchando l’artwork sull’iPhone, in posizioni scomode e in luoghi non adatti. Ho dovuto ritagliarmi dei momenti tra brindisi e passeggiate in centro, per poi finalizzare il tutto a notte fonda, stanchissimo, ancora in abito da cerimonia. Probabilmente se fossi stato in un altro posto o avessi avuto dei tempi diversi il risultato sarebbe stato altrettanto diverso, ma è proprio questa variabile che mi affascina di più e che mi lega emotivamente ad un lavoro piuttosto che ad un altro.
A cosa stai lavorando ora?
In questo periodo, tra i vari lavori che mi tengono impegnato, sto cercando di ritagliarmi il tempo per lavorare ad un mio progetto, per realizzare un’edizione cartacea limitata incentrata sui fiori, o comunque sulla mia visione della natura, forse da sempre mia più grande musa.