Il viso è la parte del corpo a cui dedichiamo più attenzioni. Negli anni è passato da tavolozza per il make-up a oggetto di cura antirughe, fino alle mascherine, che lo hanno coperto in un periodo storico in cui il baricentro si è dovuto allontanare dalla fisicità, spostandosi sul digitale. Oggi l’approccio sta mutando ancora, soprattutto sta cambiando il significato che il mondo del beauty dà al tempo: non più (solo) un nemico. Lontano dall’idea di essere sempre e solo performanti, il tempo per sé è il tempo della cura.
In occasione del numero 100 di How to Spend it, lo scorso febbraio, abbiamo stilato un elenco delle cento nuove parole che tratteggiano il lusso. Dal design all’intelligenza artificiale, dalla poesia alla mobilità. Ora è il momento di un approfondimento sul beauty e la sua rapida evoluzione. La cosmetica dialoga con la bellezza e le sue espressioni, anche immateriali. Al centro il linguaggio della cura, che è un processo che si sviluppa attorno al saper ascoltare.
Ecco le nuove parole del beauty, individuate con l’aiuto di Cristina Cassese, antropologa culturale e opinion leader per Filorga, azienda francese che festeggia i dieci anni del suo soin più conosciuto, Time-Filler.
Il corpo La matericità e la fisicità del corpo tornano prioritari. Dopo aver conosciuto la dimensione virtuale della socialità, che pareva un’elusione rispetto alla tangibilità, ci riappropriamo di queste due caratteristiche.
Make-care Esaltare le caratteristiche naturali del fenotipo a cui si appartiene. Celebrando la pelle e l’incarnato (le lentiggini, per esempio), e bypassando fondotinta e correttori pesanti, privilegiando invece prodotti “make-care”, a metà strada tra skincare e make-up. È questa la tendenza in atto: la bellezza è un percorso di valorizzazione che non elimina il make-up, ma lo adatta alla fisicità individuale.