Due donne così simili e così diverse. Coco Chanel e Diana Vreeland hanno entrambe rivoluzionato il mondo della moda. La prima, cambiando il modo di farla. La seconda, cambiando il modo di raccontarla.
Erano amiche – Coco era un po’ più grande – ed entrambe ribelli nei confronti di una società che avrebbe fatto indossare alle donne corsetti e abiti lunghi, relegandole in casa a compiacere i mariti.
Coco Chanel aveva iniziato come sarta partendo dalla creazione di insoliti cappellini in paglia, per poi diventare la stilista francese numero uno al mondo. Fu colei che accorciò le gonne e liberò la moda donna dagli ingombranti orpelli per favorire dinamicità e movimento alle donne del futuro. I suoi look minimalisti e originali, vanno dallo stile ‘garçon’ al classico tubino nero impreziosito dalla collana di perle, perché “tutte le donne dovrebbero avere delle perle, illuminano il viso quanto il make up”.
Diana Vreeland nacque a Parigi da padre britannico e madre americana, ma si trasferì ben presto a New York dove divenne la storica redattrice di moda della rivista Harper’s Bazaar e in seguito la direttrice di Vogue America. Aveva una personalità anticonformista, carismatica, talvolta eccessiva e dispotica, ma geniale. E la trasmetteva attraverso il colore. La sua casa la chiamava ‘il giardino in mezzo all’inferno’ perché l’amato rosso era sfacciatamente predominante.
Ma passiamo ai beauty look. Si parla di altri tempi, ma i concetti di base li possiamo, con un
pizzico di audacia, riproporre ai giorni nostri.
Coco Chanel: incarnato perfetto, labbra nude di giorno e rosse di sera
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Nel 1921 usciva sul mercato il suo profumo Chanel Nº 5 un profumo femminile “che odora di donna, perché una donna deve odorare di donna e non di rosa”. Coco Chanel era l’emblema della femminilità vera e chic, della donna che sa quello che vuole e non deve chiedere il permesso a nessuno. I suoi colori erano il bianco e il nero a rappresentare un’eleganza raffinata ma minimalista e sobria, dove vince il less is more. Le piacevano anche il blu, il beige, il grigio, il cipria. E poi, come tocco audace, il rosso che, però, doveva essere usato con parsimonia. Per ispirarti a Coco, il segreto è puntare sull’incarnato che deve riflettere la luce e illuminare la persona. Una pelle uniforme ma non necessariamente lunare, tanto che fu lei per prima a sfoggiare l’abbronzatura in un mondo in cui era caratteristica del ceto più povero che lavorava nei campi all’aperto. Se ti senti più ‘Coco’, punta su un colorito bonne mine radioso, sano e curato.